Il carrello

Squilla il telefono, è la mia amica.

<Ciao Stè come stai? Che ne dici se sabato, solo donne, scendiamo ad Olbia a girellare al centro commerciale>

<Siii, ci sentiamo sabato, vediamo come sto>

<Starai bene, ci saremo noi>

La settimana passa bene, arriva il sabato e partiamo.

Un’ ora di macchina, arriviamo ad Olbia e come scendo dalla macchina mi accorgo che qualcosa non va.

<Ragazze colazione? dico

<Si, andiamo>

Ma loro non posso fregarle, si accorgono subito che qualcosa non va. Ordiniamo caffè, cappuccino, acqua e paste

<Ste come va?

<Non so, mi sento stanca, sto un po’ seduta qua , voi andate pure>

Dopo varie insistenze mi ascoltano e s’ incamminano

Ad un tratto, le sento ridere a squarciagola, mi giro e le vedo arrivare.

Non sono sole… un ragazzo con loro e una sorta di carrello multiplo.

<Lui è Paolo, ci accompagnerò nello shopping> esclama una

<Cioèè?>

<Ciao sono Paolo, ora ti carico qua sopra e andremo in giro>

<E’ uno scherzo? Non sono micca un pacco eh! Io sto bene, ho riposato, grazie ma ce la faccio da sola>

Faccio per alzarmi e cado..ehhhh missà che la mia giornata è finita per oggi. Mi giro e nella mia testa vedo la mia malefica amica che se la ride..non scherziamo eh…

<Ok..caricami pure>

Mi mette su questo carrello..mi sentivo una bambina piccola al supermarket con la mamma.

Credo di non essermi mai divertita tanto

Tutti passavano e mi guardavano straniti alchè capisco di dovermi inventare qualcosa.

<Non abbiate timore, avvicinatevi pure, stiamo facendo una pubblicità ai nuovi carrelli formato famiglia. Avete presente quando andate a comprare una mozzarella e uscite dal negozio con dieci buste? Ecco, noi abbiamo la soluzione per voi>

La gente rideva, io ridevo e lei, la mia malefica amica era viola dalla rabbia, per l’ ennesima volta era al tappetto.