Il pranzo è servito

Quando hai un problema di salute, lotti per andare avanti, lotti contro di lui, lotti per cercare di non far soffrire troppo i tuoi cari, lotti col sistema, lotti con l’ indifferenza della gente, con l’ ignoranza generale e lotti con le cose che proprio nei momenti meno opportuni, si mettono di traverso, insomma..

E’ una lotta continua!!!

<Ciao che fai?> Mi chiama Stefano a fine mattina

<Eh niente di che, sono uscita a fare una passeggiata, senti, potresti passare un attimo a casa?>

<Se proprio devo, che ti serve?>

<Niente di che tranquillo, ci sentiamo dopo>

<Risposta sbagliata> mi avrebbe detto avendomi davanti, mi conosce troppo bene e sa che quando inizio così c ’è sicuramente qualche problema.

<Dimmiiii che c’ è, stavo scherzando certo che posso andare>

<Non preoccuparti eh>

<Beh, se inizi così mi preoccupo si, che succede?Sei stanca vuoi che venga a prenderti?>

<Ehhh in effetti sarei caduta,volevo sapere se potevi passare a prendermi le mie gambe di riserva>

<Arrivo subito, dove sei?>

 Dopo un po’ arriva e mi trova seduta in una panchina ad aspettarlo.

<Non farlo mai più, devi chiamarmi subito e soprattutto non devi tergiversare, ma quante volte devo ripetertelo?? Dai attaccati a me e sali in macchina, ti porto a casa>

<Lo sai che sono fatta così>

<Cambi, immagini se fossi andato fuori, mi spieghi perché esci anche quando non ti senti benissimo?>

<Esco perché sono viva e a volte sto male e quando esco mi riprendo e a volte sto bene e quando esco cado>

Non sempre è semplice far capire appieno la nostra situazione ma vabbè diciamo che va bene così.

Saliamo in macchina e ci avviamo verso casa. Lui è visibilmente adirato, preoccupato e totalmente disarmato dinanzi al mio essere cocciuta.

Arriviamo sotto casa, scendo dalla macchina, impugno le mie ferrari, m’ incammino verso il portoncino, Stefano mi segue lo apre, arrivo all’ ascensore, lo chiamo…

<E’ guasto!> esclamo.

Lui lo sapeva, era appena andato a prendermi le ferrari.

<Non volevo dirtelo prima, dai ti aiuto io>

<Ma anche no, tienimi una ferrari, mi attacco al passamano della scala e ne uso una sola>

<Ma sei cocciuta eh, ti aspetto su, faccio il caffè?>

<Il caffè? Ma se sono le 13?>

<Si ma conto tu arrivi per la colazione di domani mattina>

<Simpatico> Ridiamo, inizia a salire e io pure.

Ogni tanto sentivo la sua voce

<Steeee a che punto sei?>

<5 minuti e arrivo>

<Ma i tuoi 5 minuti che sono sempre 20?> ridiamo.

Più salivo e più sentivo un odorino invitante.

<Ste ma che ore sono?>

<E’ ora> mi urla

<Di cosa?>penso.

Riesco finalmente ad arrivare al mio caposcala

<Oj mammamia che fatica> esclamo.

Entro, chiudo la porta e faccio per andare in sala.

<Amo sei rientrata giusto in tempo>

<Per cosa? In questo momento potrei solo sedermi e rigenerarmi>

<Il pranzo è pronto e servito>

Scoppiamo in una risata incontrollabile che mi fa ovviamente perdere il controllo della stampella e mi fa cadere per terra. Mi aiuta ad alzarmi e possiamo sederci a pranzare.

 

<Beh Ste, però sono andata bene no? Pensavi di dover fare il caffè della colazione>

 

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Commenti: 4
  • #1

    Silvia (venerdì, 25 settembre 2020 21:18)

    Sei una guerriera simpaticissima.
    Un bacione Ste

  • #2

    Marina (venerdì, 25 settembre 2020 21:34)

    ����� ma cosa ti devo dire! Io muoio!

  • #3

    Romina (sabato, 26 settembre 2020)

    ❤��

  • #4

    Dani Dani (mercoledì, 14 ottobre 2020 21:20)

    ��� secondo me, devi farci un libro, troppo ridere��