Quando si è giovani niente e nessuno può scalfirti

La malattia andò avanti velocemente ma io ero troppo giovane per preoccuparmene. Andai da un grande luminare che ora poverino non c’è più. Fu l’unico a capirmi al primo sguardo.

<La situazione è grave>

<Sto morendo?>

<Che dice signorina? No, di questo non si muore>

<Ah perfetto>

Mi guarda sbalordito.

<Scusi? Ha capito che ho detto>

<Certo, ma per me, solo a una cosa non c’è rimedio e se lei mi dice che la situazione è grave ma non sto morendo, mi sta dando un’ ottima notizia>

<Ma signorina, ha capito di cosa parliamo?>

<In realtà no, ma mi basta sapere che non sto morendo per sapere che ci sarà un rimedio e che qualcosa potrò fare e che lei qualcosa farà>

Era sbalordito, non credeva che un essere così piccolo potesse parlare così e invece, io son dell’idea che proprio il mio sembrare così piccola e fragile mi abbia dato una gran mano.

<Signorina lei è una battagliera eh>

<Beh, ho un grande esempio davanti a me, o meglio, ce l’ho nel dna>

<Comunque dovrò deluderla, questo braccio e questa mano non li userà più>

<E me lo dice così?>

<Signorina impari: medico pietoso,ferita puzzolente>

<Ma questo è il moto di mio babbo..le ho detto che ce l’ ho nel dna. Sono onorata sia stato così diretto e io, che sono altrettanto diretta le dimostrerò che sbaglia>

<Signorina, spero al più presto lei accetti la sua nuova situazione, non andrà molto lontano facendo così>

<Ma lei? Quanta strada ha fatto? Vuol forse farmi credere che è arrivato dov’ è arrivato, gettando la spugna ad ogni ostacolo? Io non credo e comunque io la spugna non la getto e le ripeto, si ricrederà. Arrivederci>

Usciamo da lì, i miei genitori erano distrutti e vedere il dolore nei loro occhi mi faceva ribollire il sangue.

<Possiamo un attimo entrare in quell’ edicola?>

<Cosa devi comprare, non ci sembra il momento non siamo dell’umore adatto>

<E va bene, aspettatemi qua>

<Salve, buonasera, avete delle palline antistress?>

<Certo, ne abbiamo vari modelli guardi>

Mi toglie fuori mille palline antistress, tonde, lunghe, larghe, piccole, grandi, colorate, avevo l’imbarazzo della scelta. Le provo tutte e scelgo una pallina verde acceso.

<Prendo questa grazie>

Esco fuori e trovo la mia mamma che si asciugava le lacrime

<Mà, non piangere, ho comprato una pallina antistress>

<Ste, cosa te ne fai, ora non devi giocare hai altro a cui pensare>

<Mà, non devo giocare, con questa mi eserciterò e alla fine vedrai che riuscirò a rimuovere la mano e il braccio>

<Io non ti ho fatta così, non si può solo giocare c’è anche la vita da affrontare>

<Ma infatti, mai arrendersi davanti al nemico, lottare sino alla fine e comunque sarà un successo solo per il fatto di averci provato! (Questo l’ ho preso da babbo!)  Dai mà, vedrai che andrà tutto bene>

<Mi prometti che penserai a ciò che ti ha detto questo medico>

<Certo mamy che ci penserò anche perché ancora non ho ben capito di cosa mi abbia parlato>

<Promettimi che ti documenterai in internet>

<No mà, questo non posso promettertelo,chiederò ad una dott.ssa mia amica di spiegarmi qualcosa ma non tantissimo. Giusto per farmi un’idea>

<Ma non vuoi sapere?>

<No no, non m’interessa, in internet trovi un sacco di cose e non è che tutto deve accadere a me eh? Siamo tutti diversi, no no, non ho proprio voglia. Mi basta sapere cosa significa cosa potrebbe succedere nel peggiore dei casi e basta. Il resto lo sperimenterò giorno per giorno. Stai serena mà, avete fatto una guerriera, non mi abbatterà lei, tranquilla.>

Mio babbo stava in silenzio, non è suo solito piangersi addosso, ma io non potevo assolutamente deluderlo ne lui, ne mamma.

Comunque, avevo la mia pallina che all’ inizio non riuscivo neppure a tenere in mano. Era diventata la mia ombra, era sempre con me.

I primi risultati arrivarono dopo almeno due mesi, ma non faceva niente. Finché un giorno, finalmente riuscii a tenerla bene, riuscii a prendere una penna in mano e a scrivere. >

<Mamma, Babbo, guardate, scrivoooooo>

Lacrime, lacrime di gioia solcavano le nostre guance, ci abbracciammo ma ora avevo ancora una cosa da fare.

<Adesso devo tornare dal luminare!>

<Certo Ste, bisogna prendere un appuntamento, domani chiamo> dice la mia mamy.

<Assolutamente no, vado direttamente>

<Stefà non puoi andare così>

<Certo che posso, tutti possiamo tutto. Io non prenoto proprio niente, vado e busso>

<Oj Stefà smettila>

<Assolutamente no, lui non ha creduto in me, lui è in debito con me, non io>

Comunque caparbia come sempre, m’ incammino verso l’ ospedale.

<Salve ,cerco il luminare>

<Ha un appuntamento?>

<No, è una sorpresa>

<Signorina non può entrare così in un ospedale>

<Perché? Ma c’è?>

<Si ma..> non la feci neppure finire che già bussavo alla sua porta

<Avanti>

<Buongiorno Dottò..>

<Buongiorno, mi scusi, avevamo un appuntamento?>

<No, ma le rubo solo un attimo>

<Ma lei non può irrompere così nel mio studio>

<Eh si che posso, lei lo ha fatto con la mia vita, pensa che io non possa farlo nella sua stanza?>

<Ma lei è proprio impossibile eh?>

<Eh dottò, sono sarda o meglio, barbaricina. Niente e nessuno può decidere per me, e visto che a quanto mi ha detto lei, avrò un amica da oggi e per sempre meglio mettere subito le cose in chiaro ,che dice?>

<Lei è un uragano, ma sa che mi piace?>

<Dottò anche lei ma con tutto il rispetto, è troppo grande per me>

Iniziamo a ridere e stavo andando via ma..

<Dottò, dottò mi scusi>

<Mi dica>

<Io comunque ero venuta a farle vedere una cosa>

<Mi faccia vedere>

<Guardi la mia mano, il mio braccio, li muovo e soprattutto guardi, scrivo>

<Non avevo dubbi>

<In che senso? Mi aveva detto che non li avrei più mossi>

<Ma avevo capito che lei aveva bisogno di una sfida forte per farcela>

<Ahh me l ‘ha fatto apposta>

<Lei avrà tanto filo da torcere ma gliene darà anche tanto, non cambi mai mi raccomando>

<E certo Dottò andiamo?>

<Scusi?>

<Andiamo, venga, dobbiamo festeggiare>

<Lei è proprio un vulcano eh>

<E certo, ajò sta venendo?>

<Ahahahah (ride) bè con un invito così non posso mica rifiutarmi>

<Certamente anche perché sa che non glielo permetterei vero? Comunque quando viene dalle mie parti mi chiami che la porto a mangiare cose buone>

<Mai nessun paziente mi aveva parlato così, così..>

 <Terra terra? Eh Dottò ma io sono così, non guardo gradi, camici, lauree, guardo solo negli occhi. La vita è così , anche lei non aveva mai visto una persona come me, nonostante la sua età e le sue molteplici lauree perché dottò, la vita è un continuo insegnamento, tutto dipende da come noi decidiamo d’imparare!>

 

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Commenti: 7
  • #1

    Ziucareddu (giovedì, 15 ottobre 2020 14:39)

    Cumbida dottó��

  • #2

    Rachele (giovedì, 15 ottobre 2020 14:46)

    Ste... Sei veramente un uragano.... È scrivi benissimo!!!!!

  • #3

    Valentina (giovedì, 15 ottobre 2020 16:12)

    ....bella Ste

  • #4

    Mary (giovedì, 15 ottobre 2020 16:24)

    Con te non ci si annoia mai! �

  • #5

    Manuela (sabato, 17 ottobre 2020 21:09)

    Solo tu... e io ti lovvo sempre più ❤️❤️❤️Steeee...

  • #6

    Antonio (sabato, 17 ottobre 2020 22:00)

    ❤️

  • #7

    Noemi (sabato, 17 ottobre 2020 22:01)

    Da leggere tutto d'un fiato! ☺️ Brava!