La festa di Sant'Antonio

Non sono mai stata una persona ipocondriaca. Di solito, quando sento qualche nuovo sintomo, non penso mai di avere una riacutizzazione o qualcosa di serio. Penso a tutto fuorché a lei o a qualcos'altro che potrebbe distrarmi dalla mia vita.

Da un po’ di giorni mi gratto.

Ahahahhaha…mi spiego. Ho prurito in tutta la persona e delle pustole bianche m’invadono il corpo.

<mah, avrò toccato qualcosa che mi ha fatto allergia> penso.

E i giorni passano e le pustole son sempre là e soprattutto il prurito non ne vuol sentire di andarsene.

Arrivo in ospedale per fare la mia solita terapia in flebo.

<Ciao Ste, perché sei così? Come stai? Esordisce l’infermiera come mi vede.

<Insomma, sono molto stanca ultimamente, dormo ovunque>

<Come mai? Non stai riposando?>

<Non so,magari il tempo, magari sto sforzando, magari boh..so solo che sono molto stanca>

Nel frattempo mi sistema la flebo, sta per iniettarla e mi ricordo di lui (il prurito).

<Ah mi stavo dimenticando, guarda cosa mi sono uscite, ho tutto il corpo pieno soprattutto questa parte.>

Scosto la maglia per farle vedere. Lei sgrana gli occhi.

<Steeeeeee da quando sei così>

<Boh, una settimana mi pare, perché? Avrò toccato di quelle piante strane>

<No no Ste, chiamo subito il medico.>

<Ej calmati che c’è?> era già scappata in cerca del medico. Tornano.

<Stefania ciao, fammi vedere> esordisce il medico.

<Mmmmm, sospendiamo la terapia. Ti mando subito a fare la visita dermatologica, questo è fuoco di sant’Antonio>

“fuoco di sant’Antonio?” penso.

Arrivo in dermatologia. Visita urgente richiesta dal reparto. Entro in un nanosecondo a cospetto del dermatologo.

Mi guarda e mi domanda

<Signora da quando è così?>

<Credo una settimana>

<Che sintomi ha>

<Molta stanchezza>

<Dolori?>

<Non più del solito, mi pare>

<Signora, ha il fuoco di sant’Antonio (ancora??), la ricoveriamo >

<Scherza?>

<No signora dovrà fare una terapia molto forte e nella sua situazione dobbiamo monitorarla>

<Ma a casa non posso farla?>

<Si, ma è meglio se sta qua>

<No dottorè non rimango>

<Scusi?>

<Se posso farla a casa, preferisco. Per qualsiasi cosa mi avvicino>

<Signora ma lei non può decidere>

<Eh dottorè..e certo che posso. Eh dai, cosa le costa? Se devo fare terapie che posso fare da sola, anche lei si occupa un posto letto per niente. Che ne pensa?>

<Io un paziente che fa il baratto in ospedale non l’ho mai visto>

<Ehh, perché non mi aveva ancora incontrata, ma ora, può essere contenta dottorè>

<Guardi, non sono per niente contenta. Preferirei stesse quà>

<Le prometto che vengo come qualcosa non va?

<Questo mi preoccupa>

<In che senso?

<Beh, già questa volta non è venuta di sua spontanea volontà>

<Bè dottorè, io di fuoco di sant’Antonio, conosco solo quello che si festeggia il 17 gennaio, dove si mangia fave e lardo. Non immaginavo gli avessero dedicato una malattia>

<Oj ma lei è veramente simpatica eh> dice la dottoressa.

<Ma scusi eh, ma le pare che a una cosa così bella dedicano una malattia mah, il mondo è proprio strano>

<Ed è anche una malattia seria sa?>

<Davvero? Si muore?> io faccio sempre questa domanda. Per me l’unica cosa seria è quella perché non ha rimedio. Il resto, lo reputo serio variabile, perché in qualche modo si può affrontare.

<Noooo signora è un herpes si cura>

<Ah perfetto allora lo curerò a casa, siamo d’ accordo?

<E va bene signora, firmi il foglio come non accetta il ricovero e mi raccomando, per qualsiasi cosa venga>

<Non si preoccupi dottorè, ci vediamo al controllo>

<Chiami per farsi venire a prendere e stia riguardata>

<Ma scherza? Ora passeggio sino a casa, non so quanto dovrò rimanere dentro e vuole privarmi di questa bell’aria fresca anche oggi? Stia serena dottorè, andrà tutto bene>

<Ma lei come fa ad essere così ottimista?>

<Dottorè, sto già pagando abbastanza e non so neanche cosa, s’immagini se posso anche essere pessimista.

<Vorrei avere tanti pazienti come lei>

<Mi scusi dottorè, ma io vorrei lei non avesse pazienti, arrivederci> risata generale.

Salgo in neurologia e trovo la mia dottoressa

<Dottorè, ho il fuoco, ma farò la terapia a casa>

<Come a casa?>

<Eh dottorè, lo sa no?, io vinco sempre>

<Aspetta, aspetta, mi sta chiamando la collega, immagino cosa le hai combinato>

Risata generale e finalmente vado via. 

 

 

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Commenti: 3
  • #1

    Giovanna (domenica, 31 gennaio 2021 19:42)

    Ho letto ciò' che hai scritto mi sembrava di sognare perche' ci siamo viste e non mi hai detto niente come al solito sei forte sono contenta che tutto sia finito bene!!!! Un abbraccio ti sono vicina ciao

  • #2

    Gianfranco (lunedì, 01 febbraio 2021 07:26)

    Che bello vederti festeggiare anche nella sofferenza, per migliorare le condizioni della vita. Sei sempre la grande Eroina di riferimento. Il tuo amore per la vita ti fa onore, sei una grande Eroina che con grande Autostima coinvolge tutti e diventi punto di riferimento. Ti voglio bene.!!!

  • #3

    Sara (mercoledì, 03 febbraio 2021 22:01)

    Steeeeeeeeeeee e meno male che alla mia domanda "come va?" Tu "tutto bene Sari" monellaaaaaaaaa �������