La vita è fatta di attimi..

Un giorno di ordinaria quotidianità, con tutta la mia solita voglia di fare, mi reco a lavoro.

Prendo posto nella mia scrivania e inizio a produrre, mi concentro e mi isolo. Mi capita spesso, m’immergo in ciò che devo fare e non mi accorgo di ciò che mi capita intorno. In questi frangenti, mi stanco tantissimo e velocemente, la mia testa ad un tratto si ferma, l’espressione del viso cambia e dormirei come non ci fosse un domani.

Non sempre è semplice spiegarlo agli altri. Ti vedono arrivare come un tornado e d’improvviso, sei un’altra persona. Ad oggi, non ho ancora imparato a dosare le forze, o forse, preferisco fare sinché riesco e poi riposerò. Diciamo che quando sto bene decido di fare fino allo stremo, non so domani come mi sveglierò e dunque, oggi che posso, devo fare.

E’ forse, un ragionamento un po’ contorto, ma sono andata avanti così sino ad ora e sinché potrò, vorrei continuare.

Ad un tratto mi si para davanti Giovanna, la mia amica, passata per fare delle cose.

<Ciao Giò, stai rientrando?>

<Si ho fatto>

<Mi daresti un passaggio a casa?>

<Certo Ste>

<Un attimo che avviso e vengo con te>

<<Ragazzi, vado via, non sto bene>

La mia collega mi guarda e sgrana gli occhi.

<Ste, hai una faccia, che è successo? Eri così pimpante stamane>

<Si lo so, ma ora sono stanca, ho finito le batterie>

<Sisi vai e riposa>

<Ciao ragazzi a domani>

<Mi vesto e raggiungo Giovanna>

Usciamo e lei mi fa.

<Prendiamo un caffè?>

<Sono molto stanca, ma se vuoi>

<Dai, facciamo in fretta e poi ti accompagno>

<Ok> non voglio sembrare fastidiosa e così l’ assecondo.

<Buongiorno, un caffè e una pasta> dice lei al cameriere

<Ste, per te?>

<Un, un, un..> non mi escono le parole, capisco di aver passato la frutta, il dessert e anche il digestivo.

Il cameriere non sa se ridere o piangere, al pensiero di  dovermi prendere l’ordine. Starà pensando a quanto ci metterà.

La mia amica mi viene in soccorso

<Faccia per due, grazie> esclama

Le sorrido, ci metterei troppo a ringraziarla.

Beviamo il nostro caffè, mangiamo la pasta o meglio, la mia amica le mangia entrambi, non ho neanche la forza di masticare. Sto praticamente dormendo in piedi.

Ci alziamo, paghiamo e ci dirigiamo verso la macchina. Saliamo e apro il finestrino, magari un po’ d’aria mi sveglia, penso.

E in effetti, riesco a scambiare qualche parola, arriviamo sotto casa, saluto la mia amica e scendo.

<Aspè Stè, ti accompagno>

<No, tranquilla, riesco>

<Sei sicura? Fammi uno squillo quando arrivi>

<Va bene, tranquilla, grazie mille>

Apro il portoncino, chiamo l’ascensore, arrivo al piano, infilo la chiave per aprire e non apre.

Il portoncino si apre.

<Ciao Stefania, dimmi>

Mi si para davanti il vicino, sono visibilmente stranita.

<Ciao, che succede?> esclamo

<Beh, dovrei chiederlo io a te, stavi cercando di entrare a casa mia>

-Non ci posso credere, ho sbagliato piano. Eh si eh, sono stanca.-

<Ojjj scusami, ho sbagliato piano>

<Eh missà di si, tutto bene?>

 -Non ricordo a che piano sono e soprattutto a che piano devo andare.-

< Mi sento molto stanca, potresti dirmi a che piano devo andare>

<Perché non entri e stai un po’ qua?> mi dice preoccupato.

<No grazie, davvero, ho bisogno di riposare.

<Sicura Ste?>

<Sisi, tranquillo>

<Va bene, vieni con me, ti accompagno>

<Grazie, gentilissimo>

Risaliamo in ascensore e finalmente, la porta di casa.

<Ecco Ste, ci siamo> esclama.

<Grazie, ora vado subito a letto> dico io

<Ma Stefano è a Nuoro?> mi chiede

-Stefanooo, mi son dimenticata di avvisarlo che sono a casa.-

<Non so, dopo lo sento>

Entro a casa, bevo un bicchier d’acqua, chiamo mamma, e mi preparo al mio riposino.

Squilla il telefono, Giovanna

<Ste tutto bene?>

<Si Gio, e tu?>

<Io sono giù, aspettavo una tua chiamata>

Cesss, mi ero totalmente dimenticata.

<Scusa Giò, mi son dimenticata.>

<Tranquilla, l’importante sia tutto ok>

<Si perdonami>

<Non pensarci, vai a riposare>

Non so cosa succede dopo, ma ad un tratto una voce mi sveglia.

<Ste, Ste> mi sento chiamare

<Che c’è? Esclamo meravigliata.

Stefano allarmato dal vicino è rientrato.

<Stai controllando le fughe delle mattonelle?> esclama ridendo

Non ci posso credere, mi sono addormentata sul pavimento. Sono dolorante e non connetto. Chissà quanto tempo ho passato quì.

Sono totalmente fuori fase.

<Allora, raccontami, queste fughe, sono ancora intatte o vanno rifatte?> Ridiamo di gusto.

Stefano trova sempre il modo per sdrammatizzare. Mi aiuta ad alzarmi e mi accompagna a letto.

Dormo sino al pomeriggio inoltrato. Stefano è rimasto a casa, mi sveglio con un gran mal di testa e una gran fame. Apparecchio il tavolo.

<Ste, vuoi fare merenda?> mi dice premuroso.

<In realtà cenerei, ho proprio fame>.

<Beh, effettivamente è quasi ora> Ride, mi porge un bel piatto di pasta, insalata, fettina e la cena è servita.

Non ricordo esattamente come sia andata questa giornata, ma almeno lo stomaco l’ho riempito e sono felice.

Non viviamo di belle o brutte giornate. Viviamo momenti belli o meno belli, che formano giornate.

La vita è bella!

 

 

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Commenti: 4
  • #1

    Benedetta (sabato, 18 settembre 2021 13:52)

    È inutile dirlo,ma lo ripeterò a oltranza :
    SEI UNA GRANDEEEE❤️❤️❤️❤️

  • #2

    Lory (sabato, 18 settembre 2021)

    ❤️

  • #3

    Gianfranco (domenica, 19 settembre 2021 12:55)

    La bellezza della vita sta nella immensa offerta di opportunità che essa offre. La tua forza di volontà sta nell'amare la Vita. Sei una grande Eroina e ogni giorno affronti le tue battaglie con coraggio, amore, gioia e consapevolezza, ma soprattutto col tuo cuore che esprime e attua nel gioioso Sorriso la grande volontà di riscatto, il bene comune il coinvolgimento degli altri, a cui trasmetti, Serenità, voglia e coraggio di vivere un futuro migliore. Grazie Stefy per tutto quello che fai. Siamo in tanti stretti a Te per vincere questa battaglia. Un forte abbraccio e tanti tanti auguri di Gioia Felicita' e un Sereno Avvenire.

  • #4

    Jonn (domenica, 19 settembre 2021 17:33)

    Carissima Stefy ti ritrovo nelle parole con cui Winston Churchill volle riconoscere il ruolo svolto dai piloti della RAF nella battaglia d'Inghilterra. =Mai così tanti dovettero così tanto a così pochi= le tue battaglie non saranno vane ma fondanti di nuove libertà sui diritti umani civili e sociali. Grazie Stefy sei sempre la mia Eroina.!!!
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