Il vaso di legno

-Ciao Ste, rientri tardi? Chiamo Stefano.

- Fra un po’, tu che stai facendo?

-Niente, io sono caduta!

-Come sei caduta, che ti sei fatta?

-Niente, niente, ma non riesco ad alzarmi.

-Sto rientrando.

-No, finisci tranquillo.

E’ così che va la maggior parte delle volte.

Lei mi fa lo sgambetto, io cado, ma per cercare di non allertare nessuno, finisce che tutti si preoccupano di più.

In un nanosecondo Stefano è a casa, apre la porta e…

Io sono a terra, il vaso grande, menomale in legno, sopra di me, i girasoli sparsi per la stanza.

Ci sarebbe poco da ridere ma io ho le lacrime dalle risate.

-Ma quand’è che imparerai a dirmi le cose come stanno? E se fossi stato fuori? Che avresti fatto?.

- E vabbè dai, mi sarei appoggiata al muro e avrei aspettato.

- Sei impossibile, vieni che ti aiuto ad alzarti.

-Il piede non risponde, non ci riesco.

-Ma l’hai sbattuto? Mi spieghi com’è andata?

- Non lo so com’è andata, so solo che sono qua.

-Chiamo subito la neurologa.

-Esagerato, ora mi r….- non riesco a finire la frase che lo sento al telefono.

-Salve Dottoressa, sono Stefano, Stefania è caduta e non sente il piede.

-Ciao Stefano, sono in servizio portala subito.

-Grazie dottoressa arriviamo.

- Ma ti sembrava urgente? Non si può andare in ospedale per ogni cosa,si deve aspettare. A tutti può succedere di cadere.

-Certo, ma non di non riuscire ad alzarsi. Sono entrato e fra vaso e fiori non riuscivo neanche a vederti.

-E va bene, andiamo a fare questa visita. – gli rispondo nervosa.

-Ma scusa eh, non sei contenta? Mi chiede.

-Non è da me andare in ospedale alla prima avvisaglia, non mi sento a mio agio.

-Dai, dai, ti aiuto a prepararti e andiamo.

-Steeeeeee.

-Che c’è?

-Il vaso, nooooo si è sbeccato.

-Ste, sei seria?

-Certo, guarda.

-Ste, sei a terra che non riesci a muoverti e stai pensando al vaso?

-Certo, lui ha riportato più ferite di me.

-No Ste, ma quand’è che diventerai seria?

-Spero mai.

Ridiamo, mi preparo, saliamo in macchina e ci dirigiamo verso l’ospedale.

Ovviamente l’ospedale è blindato peggio di un carcere.

Controlli da tutte le parti prima di poter raggiungere il reparto ma finalmente, ci riusciamo.

-Ciao Stefanel come stai? Esordisce la mia dottoressa.

-Ciao Dottorè, sto bene, son caduta e Stefano si è preoccupato.

-Dai dai, facciamo una visita. Lascia le scarpe e cammina.

Inizio a percorrere l’andito.

-Perché stai camminando così? Subito mi reguardisce.

-Non sento molto la gamba e il piede.

-Vieni dai, togli le scarpe e distenditi sul lettino, chiudi gli occhi e alza le gambe.

-Va bene dottorè?

-Guarda tu stessa, ne hai alzato solo una.

-Eh dottorè, l’altra me l’ho dimenticata, provvedo subito.

Faccio per alzarla ma niente.

-Abbassale pure. Ora ti tocco le dita del piede dimmi che dito sto toccando.

-Va bene.

-Ste, devi dirmelo.

-Si, appena lo tocca glielo dico.

-Stefania lo sto toccando, anzi, lo sto pizzicando. Non lo senti?

- No dottorè, non sento nulla.

-Stefano ha fatto proprio bene a preoccuparsi. Hai la gamba e il piede addormentati. Ma da quanto sei così?

-In realtà da un po’, ma sa, il corpo trova il modo per andare avanti e non ci ho pensato.

-Ma tu in quasi trent’anni non hai ancora imparato?

-Eh dottorè, io faccio tante cose, non posso fermarmi a pensare a lei. Già lo so che c’è, ma non è che devo calcolarla per forza.

-Ma almeno quando ti calcola, dalle retta no?

- Eh no, è proprio allora che devo evitarla, altrimenti si abitua che le do corda.

-Tu e le tue teorie.

-Eh Dottorè, le mie teorie mi hanno fatto andare avanti sino ad ora e spero molto oltre.

-Certo Ste, fai bene, però, quando devi fermarti, devi farlo.

-Vede Dottorè, è il devi che non accetterò mai.

Ridiamo di gusto. Mi prescrive la terapia, gli esami di controllo e che la mia nuova avventura abbia inizio.

 

 

 

 

 

 

 

 

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Commenti: 3
  • #1

    Giannina (domenica, 23 gennaio 2022 19:33)

    Ciao Stefania,ho immaginato tutta la scena che hai magistralmente descritto con tanta ironia! Sei un fenomeno! Ti ammiro per come riesci a sorridere anche nei momenti difficili,ti abbraccio forte e ricordati che io ci sono se hai bisogno!

  • #2

    Emanuela (lunedì, 24 gennaio 2022 13:17)

    Hai proprio ragione. Come è difficile accettare di doversi fermare quando è necessario...ma è proprio allora che non mi va �
    In bocca al lupo per la nuova avventura �

  • #3

    Gianfranco (lunedì, 24 gennaio 2022 18:48)

    Carissima Stefy Sei sempre una grande EROINA, non e' da tutti trasformare le Teorie in grandi Realtà soprattutto quando si toccano le sensibili sfere della disabilita, dell'amore e della vita. Ammiro sempre di più la Tua fiera determinazione, la tua Autostima e la grande vitalità che in campo contro la malefica e vile compagna di viaggio ma a favore dei più deboli e del bene sociale. Il grande Specchio della realtà, della vita,della coerenza sociale sono le armi vincenti della tua battaglia. Il tuo grande esercito ti acclama, la grande vittoria sociale ha un solo grande grido di Valore... La Vita è Bella. W LA Vita.!!! Un forte abbraccio.