L’estate è arrivata, i bimbi finiscono le scuole e i miei nipoti si preparano per venire in vacanza da noi.
Mi sale il panico, sono in carrozzina e la paura della loro reazione non mi fa dormire.
Impaurita all’inverosimile, mi preparo all’evento.
Con Stefano usciamo di casa e ci accingiamo a raggiungere l’aeroporto.
In macchina rimbombano solo le note della musica della radio, io sono troppo assorta dal pensiero di come andrà, per conversare.
E sì, perché alla fine, riesco ad affrontare quasi tutto con serenità e poi ci sono le piccole cose, che mi mandano in tilt.
Arriviamo, ovviamente il volo è in ritardo, sono agitatissima, quasi impaurita.
Finalmente arrivano, vediamo le persone affacciarsi nella hall e rimaniamo in attesa dell’ hostess che ci porti la nostra piccola.
Ad ogni persona che vedo uscire penso:
<Eccola>
Alla fine, arriva davvero.
Esce, spaesata, ci cerca, faccio avvicinare Stefano, vesto il mio sorriso migliore e attendo si avvicinino.
Arrivano, ci abbracciamo e cercando di essere più naturale possibile, inizio a farle qualche domanda e a scherzare.
In un nanosecondo si gira da Stefano e gli dice:
<Posso portare io zia Stefania?>
Mi scendono le lacrime, la mia ansia si trasforma in gioia, i bambini ci danno sempre delle grandi lezioni.
Finalmente mi rassereno, possiamo finalmente iniziare la nostra vacanza.
Usciamo dall’aeroporto e Stefano ci dice:
<Aspettatemi qua, vado a prendere la macchina>
A lei non sembra vero.
<Va bene zio, ci penso io a Zia>
Mi sciolgo.
<Zia passeggiamo?>
< Va bene, ma senza allontanarci troppo>
A un certo punto, c’imbattiamo in una discesa, non faccio a tempo a dirle di tornare indietro, che mi sento i cappelli all’aria, la carrozzina prende velocità.
<Rallenta, ci facciamo male>
<Son qua su>
La sento ridere, ha lasciato la presa e io sto correndo giù da sola, inerme, in attesa di fermarmi.
<Come sei lassù? Non dovevi lasciarmi>
Non faccio in tempo a finire la frase, la carrozzina inciampa forse in una pietra o in dosso non so, s’ impenna e mi ritrovo a terra con lei capovolta al mio fianco.
Lei corre verso di me impietrita.
<Scusa, scusa, ti sei fatta male?>
<No, stai tranquilla, non è successo nulla, ma non mi devi lasciare, vedi che succede?>
<Si, si zia, scusami dai rialzati>
Ma come rialzati? Mi son sentita molto Heidy con Clara..
Per fortuna arriva Stefano.
<Ste, perché sei a terra?>
<Eh niente Stè, ho visto un fiore, mi son dimenticata di essere in sedia, mi sono alzata e son caduta>
<Il tuo ginocchio sta sanguinando>
<Noooo, ma non l’avevo visto> esclamo guardando il sangue che sgorga. <dai dammi una salvietta. Ma che bello, ho le ginocchia sbucciate come da bambina> esclamo ridendo.
<E tu dov’eri?> dice rivolgendosi alla bambina.
<Era qui Ste, non ha fatto in tempo, mi son mossa in un secondo. Dai, dai, non è successo nulla. Recupera la carrozzina, aiutami ad alzarmi e andiamo>
Mi guarda, capisce subito che sto cercando di sdrammatizzare. Prende la sedia, che per fortuna è ancora intera, mi mette sopra e ci apprestiamo a salire in macchina, quando la bimba esclama.
<Zia lo rifacciamo?>
< Nooooooooooo> esclamo ridendo.
Lei sembra provata, ha capito, ma poverina è una bambina, racconto ridendo l’accaduto a Stefano e le spieghiamo che non è proprio un gioco. Intanto il mio ginocchio smette di sanguinare, mi fa un po’ male ma passerà.
Nei giorni a seguire mi si forma la crosticina, il livido, ma ogni volta mi ricorda della fortuna che ho ad avere dei nipotini perché la loro sensibilità e la loro spontaneità non ha eguali.
Certo, gli facciamo fare semplici giochi adatti alla loro età che forse è meglio, ma ridiamo tanto e ci regalano tante soddisfazioni.
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Sonia (mercoledì, 03 agosto 2022 23:13)
Stefi sei semplicemente una super zia!!!!! �����
Manuela (giovedì, 04 agosto 2022 11:27)
Oltre ad essere una Super Zia Stefy! Sei meravigliosa....mi hai fatto emozionare!