Mi sento libera.
Faccio sempre un po’ come mi pare, non guardo protocolli, non seguo regole, ciò che penso faccio.
<Ste, non vedo bene, andiamo in ospedale>
<Certo, preparati>
Con calma mi preparo, arriviamo in ospedale.
Primo incontro, il parcheggio, un’ odissea.
<Scusi, ma secondo lei, dove dovrei parcheggiare per fare un controllo?> mi rivolgo ad un addetto.
< Non lo so signora, cercate>
<Stiamo girando da cinque minuti. Sa che le dico? La lasciamo qui>
<Ma signora non può>
<Si, ma non posso neanche tornare a casa, parcheggiare e salire a piedi. Guardi, noi la lasciamo qui, veda lei>
Stefano si sta vergognando all’inverosimile. Io sono irruenta.
<Ste, cerchiamo fuori> mi dice quasi perentorio.
<Assolutamente no. Mi rifiuto. Spegni e lasciala qui>
E’ disarmato, sa che sarà una battaglia persa.
Decide di ascoltarmi. Spegniamo la macchina, Stefano scende, si appresta a prendere la sedia.
<Mi scusi signora, non sapevo> mi dice l’addetto imbarazzato.
<Perché, se avesse saputo avrei potuto parcheggiare? Devo fare una visita a prescindere dalla sedia è assurdo i posti siano tutti occupati>.
<Ha ragione, purtroppo chiunque parcheggia>.
<Si va bene, lei non ha colpa, ma nemmeno io. Comunque ora vado>.
Arriviamo alla hall dell’ ospedale e Stefano sempre più adirato per i miei modi, mi prega di non fare altri danni.
Prendiamo l’ascensore e arriviamo in reparto, dove mi accoglie l’infermiere.
<Ciao caro, ho sentito la mia dottoressa, so che non c’è, ma sto male e devo fare la vis. Ortottica>
<Un attimo che chiamo>
<Grazie, aspetto qua>
<Va bene Ste, ti aspettano>
Stefano mi prende, saliamo in ascensore e arriviamo nel reparto.
<Dottorè buongiorno, non vedo, forse ho una neurite in corso>.
<Facciamo subito un campo visivo>
La ringrazio, mi siedo, mi preparano, finito l’esame esclama.
<Eh si signora, aveva ragione, la rimando in reparto, per me dovrà iniziare subito la terapia di cortisone.
<Grazie dottorè>
Prendo i fogli e ripercorriamo la strada per la neurologia.
<Ho una neurite, devo iniziare il cortisone> esclamo all’ infermiere che mi accoglie.
<Si vado a cercare il medico>
<Grazie> esclamo soddisfatta.
Ritorna subito dopo.
<Accomodati in questa stanza iniziamo subito>
<Ok, grazie>
Mi preparano per l’infusione e inizio con calma assorta nei miei pensieri, sino a che,
<Stefania, non trovo la richiesta per la visita che hai fatto, chi te l’ha prescritta?>
<Io>
Stefano si allontana perché sta esplodendo in una risata incontrollabile.
L’infermiere sbianca.
<Tuuu? Ma stai scherzando? Mi licenziano? Non puoi fare queste cose>
<Ma scusa eh, stavo male, non è che se il mio medico non c’è si blocca il mondo. Stai tranquillo, lo dico io alla dott.ssa che ho fatto da sola. Già si adira con me.>
<Guarda Ste, sei un terremoto, mai più queste cose. Io ci rimetto il posto>
<Stai tranquillo, ci parlo io>
Mi lascia sola, Stefano sta ancora ridendo, si è dimenticato di quanto fosse adirato all’inizio.
Finisco la mia infusione e vado via.
Il giorno dopo torno, mi appresto a fare l’infusione quando intravedo la mia dottoressa.
<Dottorè> la chiamo affinchè entri nella stanza.
<Stefania che ci fai qui?>
<Son venuta ieri, ho fatto la vis. Ortottica, ho una neurite e ho iniziato il cortisone.
Ah dottorè, la vis ortottica me l’ ho prescritta io eh. Non se la prenda con nessuno. Ho fatto tutto da sola, stavo male e non potevo aspettare>.
<Ma stai scherzando?> esclama lei indispettita.
<No, lei non c’era ma avevo bisogno e così ho fatto da sola>.
<Non riesco neppure ad adirarmi, sei un tornado tu.>
<L’importante non si adiri col personale, hanno seguito me, pensando avessi il suo benestare>
<Ma loro lo sanno che non possono, devo assolutamente riprenderli>
<Certo che lo sanno dottorè, ma anche loro sanno che sono un tornado>
Risata generale, si calma, finisco la mia flebo e posso tornare a casa.
<Ciao dottorè a domani, e mi raccomando, me l’ha promesso. Niente rimprovero>
<Tranquilla non dirò niente>
<Grazie dottorè ciao.>
Dunque:
Stefano si è tranquillizzato,
La dott.ssa pure.
Insomma sono e sarò sempre giamburrasca, ma mi piaccio molto.
Scrivi commento
MariaRita Fioredda (lunedì, 06 febbraio 2023 21:03)
�❤Forte Stefania !!!
Mattia T. (lunedì, 06 febbraio 2023 21:13)
��� Sempre la solita Ste , e però pensa che se non ti comportavi così , chissà quanto tempo passava prima di ricevere una Cura
Lina (lunedì, 06 febbraio 2023 22:05)
Sei unica Stefy
Sonia (mercoledì, 08 febbraio 2023 08:09)
Sei proprio forte!!! Con le buone maniere non si ottiene molto.... Ma coi tuoi modi... Hai visto??? E sempre col sorriso... Ohi mi immaginavo Stefano e ridevo da sola
Gianfranco (martedì, 14 febbraio 2023 18:28)
Dovrebbero aggiornarsi sempre sulle condizioni metereologiche e capire che il Tornado è in grado di Abbattere tutte le porte anche se ben sostenute. Tu carissima Stefy lo hai capito e da Brava Eroina lo utilizzi nella difesa dei Diritti Sociali per Te e per gli altri.Brava!!!un Forte Abbraccio!!!